Dominata dalle rovine dell’antica torre di avvistamento, testimone silenziosa di un passato turbolento, questa piccola località sulle rive del mare Ionio ha molto da raccontare del suo passato di coraggio e resistenza.
La storia della Marina di Torre Pali è infatti strettamente legata a quella del territorio di Salve e dell’antica torre di avvistamento in gran parte diroccata ma che ci parla di un passato non molto lontano e segnato da spaventose incursioni di pirati e corsari; scorrerie che nel tempo diventarono sempre più sistematiche e feroci da segnare in modo tangibile la memoria dei salentini per secoli.
Mamma li Turchi
Per le popolazioni locali l’arrivo dei pirati ottomani voleva dire essere derubati dei propri raccolti e degli animali, vedersi distruggere chiese e peggio ancora assistere a violenze indescrivibili. Sempre più spesso significava perdere la vita o essere catturato e venduto al mercato degli schiavi. Questo spiega il perché nella memoria collettiva dei Salentini è presente ancora la sensazione di terrore ereditata da generazioni e racchiusa in una sola espressione “mamma li Turchi”, il grido di panico che si diffondeva tra i vicoli dei paesi quando si avvistava una galera ottomana.
Storie e leggende di coraggio
Con il tempo le storie delle incursioni si sono intrecciate con i racconti e leggende popolari legati al coraggio e l’orgoglio delle popolazioni locali che hanno sempre fronteggiato e difeso la propria terra. La Leggenda dell’Isola della Fanciulla nacque infatti in seguito all’uccisione di molti cittadini salvesi durante un attacco storicamente documentato e quindi realmente avvenuto nelle acque di Torre Pali.
Da rifugio a paradiso turistico
La costante condizione di pericolo indusse la popolazione locale ad abbandonare progressivamente le coste per rifugiarsi nell’entroterra tra le mura dei borghi o all’interno di masserie fortificate. A presidiare la spiaggia e quello che rimaneva di terre incolte restava solo la vecchia Torre, luogo di difesa e rifugio per le sentinelle che avvertivano il paese in caso di pericolo. Ben presto l’avanzare delle paludi ricoprì l’intera costa rendendo i terreni intorno inospitali e malariche fino a quando le opere di bonifica del XX secolo non ci restituirono il paradiso turistico che oggi tutti ammiriamo.
Perché si chiama Torre Pali?
Torre dei Pali in passato era conosciuta con il nome di Torre di S. Antonio per via di una piccola cappella votiva realizzata dai pescatori nei pressi dell’approdo e dedicata appunto al Santo. Questa cappella, come gli antichi strazzi dei pescatori, è andata ormai perduta anche se la devozione al Santo da parte della popolazione del paese è rimasta comunque viva. Infatti ogni anno il giorno di ferragosto è anche il giorno dedicato alle celebrazioni di S. Antonio e della Madonna, festeggiati insieme ed insieme portati in processione in mare.
Solo in seguito prese il nome di Torre dei Pali per via della continua presenza di pali in legno spiaggiati dalle mareggiate sulle coste della marina.
La Torre dei Pali
La Torre dei Pali è il simbolo della marina a cui dà anche il nome. Solitaria e circondata dal mare, la torre dei Pali faceva parte del sistema di fortificazione avviato nel corso del XVI secolo da Re Carlo V allo scopo di arginare il flagello delle incursioni di pirati turchi le cui scorribande da tempo minavano in modo sistematico la tranquillità degli abitanti della Puglia. Come tutte le torri di avvistamento anche quella dei Pali era dotata di una sentinella il cui compito era quello di presidiare e di lanciare l’allarme alla vista di una nave di pirati. La torre infatti comunicava visivamente con le torri vicine alle quali il segnale arrivava con il fumo, con il fuoco, attraverso il suono delle campane mentre per avvertire gli abitanti del borgo vicino e permettere loro di mettersi in salvo era necessario correre a piedi o in groppa ad un cavallo.
La torre fu eretta su uno scoglio affiorante a circa 15 metri dalla costa e successivamente collegata alla terraferma tramite un pontile andato poi perduto. Della sua originaria struttura restano testimonianza alcune foto risalenti al secolo scorso quando ancora una parte della torre era integra ed erano ben visibili parte del tamburo superiore, il cordolo centrale, alcune caditoie. Fonti storiche ci riferiscono di molti episodi durante i quali la tenacia dei salvesi e la presenza della torre salvarono la vita alla città ed ai suoi abitanti.
La leggenda dell’Isola della Fanciulla
Chi non conosce la leggenda dell’Isola della fanciulla di Torre Pali? Si tratta di un racconto popolare ambientato in un passato molto tormentato per questa terra e per i suoi abitanti, perennemente minacciati da incursioni e saccheggi. Il pericolo arrivava sempre dal mare e l’allarme delle torri costiere spesso non arrivava in tempo in paese e non riusciva ad evitare le razzie dei pirati.
Accadde durante una di queste notti tragiche che il feroce capo ottomano Dragut approdò sulle rive della Torre di S. Antonio – dei Pali ed insieme ai suoi uomini seminò terrore nelle campagne facendo razzie di beni e non solo. Tra le vittime delle sue scorrerie ci furono anche delle ragazze del posto, sottratte alla propria famiglia per essere vendute poi come schiave. Tra queste anche la nostra protagonista, una fanciulla del posto che non si arrese mai al destino e cercò di opporsi con tutte le forze cercando ripetutamente di scappare. Le sue doti di intraprendenza e coraggio impressionarono il feroce condottiero il quale offrì solo a lei la possibilità di salvarsi la vita in cambio della conversione alla nuova religione. La fanciulla però non accettò di rinnegare e tradire non solo la propria fede ma anche le sue radici e per questo fu barbaramente uccisa e gettata in mare.
Solo dopo giorni e giorni alcuni pescatori del posto trovarono il suo corpo adagiato sulle rocce dell’isolotto che da allora diventò per tutti l’Isola della Fanciulla. Si racconta che per molto tempo i suoi lamenti echeggiarono tra le onde del mare cullati a riva dal vento di scirocco. Ancora oggi qualcuno degli anziani del paese sostiene di udirne gli echi e di vederne la sagoma che leggera si aggira tra le onde ed il mare nelle giornate di burrasca.
Salve e le sue marine: un tuffo nel mare della storia
E’ proprio così. Venire in vacanza nelle marine di Salve e quindi anche a Torre Pali non vuol dire soltanto immergersi nelle acque cristalline delle sue famose spiagge, ma è anche un tuffo nella storia”! Perché la bellezza di questo territorio è anche nel viaggio affascinante che parte da molto lontano e cioè da quando popolazioni antichissime scelsero di stabilirsi su queste colline, le stesse che oggi guardano il litorale più frequentato del Salento.
Prendete una pausa dai lidi e dal mare meraviglioso di Torre Pali per posare il vostro sguardo sulle alture e sull’intera vallata oltre la litoranea per innalzarsi e aprirsi verso l’azzurro del cielo. Qui il paesaggio custodisce un tesoro naturalistico ed archeologico tutto da scoprire attraverso le visite guidate ed i percorsi di trekking leggero praticabili tranquillamente da Torre Pali.
la Bellezza delle Spiagge Incontra il Fascino della Storia
Sul pianoro punteggiato dalla macchia mediterranea a tratti brullo dove la vegetazione cerca a fatica di farsi strada tra le pietre, sono emersi i segni lasciati delle genti che popolarono questa terra sin dalla preistoria. Ci sono grotte abitate più di 70.000 anni fa, ampie necropoli a Tumuli e Dolmen, resti di antiche mura e quello che rimane delle grandi specchie o antiche strutture di avvistamento. A dominare la collina i resti di un’antica masseria del 1300, un apiario e una miriade di muretti a secco, paiare e furneddi. E Tra i sentieri che si snodano tra i pini ed il rosmarino, quasi inaspettata si apre l’imboccatura della Grotta delle Fate e tutto il suo carico di leggende e racconti popolari.
Il pianoro dei templi e delle città leggendarie
Più a valle scopriamo tutto il fascino del Canalone dei Fani, un canyon scavato dall’acqua e dal tempo e che ha accolto popolazioni varie nel corso della sua storia: campagne di scavo hanno portato alla luce tracce di un antico villaggio che per secoli ha vissuto intorno alla sua sorgente; quello che resta di antichi affreschi nelle grotte rupestri ci racconta della vita dei monaci basiliani che qui trovarono riparo. Percorrendo i sentieri dei Fani potrete sentire l’eco di un passato che unisce spiritualità pagana e cristiana in un unico, affascinante racconto. Il nome Fani infatti deriverebbe dalla parola latina “Fanum” e indicherebbe un luogo dedicato ad una divinità e quindi un santuario.
La tradizione locale infatti ci parla di tre santuari che avrebbero occupato tre siti diversi su questo pianoro: un tempio sarebbe ubicato all’interno della Grotta delle Fate, un altro tempio dedicato a Bacco sulle alture dei Profichi in località Spigolizzi ed un santuario pagano in località Serrazze dove in seguito sorse la cappella cristiana dedicata al S.S. Crocefisso.
La leggendaria Città di Cassandra
Un’altra leggenda legata a questi territori ci porta all’antica città di Cassandra, una città messapica situata sulle alture di Salve e che avrebbe avuto come porto di riferimento proprio il porticciolo di torre Pali. Purtroppo però di questa città e del suo tempio in tutti gli scavi archeologici nelle zone indicate non è emersa mai nessuna traccia tranne qualche accenno della sua esistenza da parte di storici nei secoli passati. Il territorio ha restituito invece un Tesoretto di circa cento monete d’argento riferibili ad un arco cronologico che va dal VI al III sec. a. C. . A monte del canalone di Fani invece, una importante campagna di scavo nel corso degli anni ’80 ha portato alla luce i resti di un villaggio dell’età del Bronzo.
Storia di Salve
A fondare Salve, il Comune di cui fa parte la marina di Torre Pali, secondo una leggenda fu opera di un centurione romano dal nome Salvius al quale furono assegnate delle terre in seguito alla conquista romana del territorio. In realtà dai ritrovamenti archeologici e dalle ricerche effettuate l’abitato di Salve risalirebbe soltanto al V secolo d. C. per poi espandersi in seguito con l’arrivo di popolazioni scampate dalla distruzione di due casali vicini o provenienti dalle coste ormai paludose e malsane.
A causa delle continue incursioni da parte dei pirati Salve si dotò di mura molto spesse e successivamente anche di strutture difensive risalenti al XV secolo e che ancora si possono ammirare nel centro storico del paese. In seguito furono erette le torri costiere di avvistamento ed i casali in campagna si dotarono anch’essi di torri di difesa. L’economia di Salve si è fondata nel tempo sull’agricoltura in particolare sulla produzione dell’ottimo vino locale grazie alle poderose terre ricoperte di vigneti e su quella dell’olio d’oliva. Oggi, grazie alle sue spiagge Salve è una delle più importanti località turistiche del Salento che ha conservato nel tempo le proprie tradizioni e che oggi si presenta con un’offerta turistica variegata. Nel centro storico si trovano graziose case a corte adibite a case vacanza o BeB ed antichi palazzi nobiliari per soggiorni di lusso dotati di piscina e Spa destinati alla clientela più esigente.
Le masserie di Salve, un viaggio nella storia rurale del Salento
Le masserie del Salento edificate nel Medioevo hanno rappresentato per secoli il cuore pulsante delle vita agricola e sociale del territorio. Erano delle vere e proprie aziende agricole all’interno delle quali conviveva un intero piccolo mondo di contadini e delle loro famiglie, i massari. Vi si coltivavano grano e cereali, si produceva olio dalle olive, si allevava bestiame per il latte e il formaggio e si produceva il miele attraverso l’uso delle arnie in pietra. Ogni ambiente della masseria era estremamente funzionale allo scopo: gli alloggi per i massari, le stalle per gli animali, le strutture per gli attrezzi agricoli, l’aia per lavorare i cereali, i ricoveri per i piccoli animali da cortile, il forno per il pane, il mulino, il pergolato per la vigna.
Col tempo le masserie si arricchirono di nuovi spazi e strutture in grado di ospitare anche il proprietario del latifondo il quale per diversi mesi all’anno vi si trasferiva insieme alla propria famiglia. Per questo motivo le strutture si dotarono di accoglienti sale affrescate, di balconi, di ampi giardini e pergolati.
Nel corso del XVI secolo anche per le masserie si rese necessario far parte del sistema di fortificazione che aveva visto la realizzazione delle torri costiere. Il continuo pericolo ottomano nonostante la resistenza della popolazione locale diventava sempre più pericoloso e anche l’economia delle masserie era sottoposta a grossi rischi e pericoli. Le grandi strutture quindi si attrezzarono di mura e torri di difesa in grado di poter fronteggiare le incursioni di pirati ottomani.
Per molto tempo dimenticate e abbandonate al loro destino, le masserie del Salento oggi brillano come esempi di ospitalità turistica di alto livello grazie a mirati progetti di restauro e valorizzazione trasformandole in agriturismi oppure in residence di lusso.
Incastonate tra i muretti a secco e la macchia mediterranea a poca distanza dalla costa le masserie agrituristiche nel territorio di Torre Pali sono un’occasione unica per gustare i piatti della tradizione locale circondati da un’atmosfera rustica e genuina. I menù delle masserie riflettono la ricchezza dei prodotti della terra con piatti preparati utilizzando ingredienti coltivati e allevati direttamente sul posto. Immaginatevi a gustare queste delizie all’aperto, sotto un cielo trapuntato di stelle, lasciandosi accarezzare dalla brezza che arriva dal mare.
Nel corso delle visite guidate a Torre Pali e dintorni, scoprirete tutti i segreti delle masserie del posto, del loro ruolo nel territorio di Salve, degli aneddoti che ancora oggi circondano queste suggestive testimonianze del passato di questa terra.
Queste sono alcune delle masserie di Torre Pali e delle campagne di Salve
- Masseria de Li Pali: La masseria sulla collina di Torre Pali recentemente ristrutturata è una delle più antiche del territorio con la sua struttura risalente al XVI secolo e la sua imponente torre di difesa.
- Masseria de Santu Lasi Si trova quasi in paese tra Morciano di Leuca e Salve, nei pressi della Chiesetta di San Lasi (San Biagio) il luogo dove probabilmente insisteva una villa rustica di epoca romana situata proprio sulla direttrice dell’antica via messapica che da Ugento portava a Veretum. La masseria recentemente ristrutturata e portata all’antico splendore è circondata da un’atmosfera d’altri tempi. Molto suggestiva la torre (1577) che probabilmente doveva fungere anche come punto di vedetta trovandosi su un pianoro a 102 mt sul livello del mare. Ogni anno a Febbraio in onore della festa di San Biagio o San Lasi come vuole la tradizione, la masseria ospita una serie di incontri culturali.
- Masseria di DON CESARE. Si trova su uno dei territori più belli del Salento. Alle spalle di Pescoluse, nell’entroterra la collina si apre ad un paesaggio veramente unico ed affascinante. Qui si trovano la grotta Montani dove furono trovati oggetti in selce e la suggestiva GROTTA DELLE FATE, un complesso carsico che la leggenda vuole custodisca un frantoio ipogeo che macina pepite d’oro. La masseria resiste a fatica al passare del tempo nel corso degli anni stiamo assistendo aimè alla sua lenta agonia. Deve il suo nome al Nobile Siciliano Don Cesare de Franchis che nel 1648 si trasferì a Salve.
- Aparo Valentini, due passi dalla Masseria di Don Cesare. Costruito per l’allevamento delle api, ha l’aspetto di un piccolo forte con all’interno anche una torre colombaia.
Le torri costiere del Salento, storie di pirati e di mare
Chi arriva in Salento oggi, attratto dalla bellezza del mare cristallino e dalla spensieratezza di uno dei luoghi di vacanza più belli, difficilmente può immaginare che un tempo invece lo stesso mare per la gente del posto era sinonimo di pericolo, insicurezza e terrore. Dal mare arrivavano infatti le incursioni di pirati e con loro la paura di essere depredati di tutto, privati dei raccolti, della vita e molto spesso anche della libertà perché rapiti per essere venduti come schiavi o altro.
Secoli di puro terrore di cui resta la testimonianza nelle antiche strutture difensive sparse sulle coste e nella memoria dei salentini legata a storie di coraggio ed eroismo tramandate dalla tradizione.
Le torri costiere infatti rappresentano quel sistema di opere di fortificazione voluto dall’imperatore Carlo V allo scopo di contrastare la minaccia sempre più frequente di incursioni ottomane. Una maestosa opera che comprendeva una rete di torri costiere disposte lungo le coste della Puglia e comunicanti visivamente tra di loro alle quali si aggiungevano le masserie fortificate ed i borghi dotati di baluardi di difesa.
Oggi, molte di queste torri, testimoni silenziosi di un passato avventuroso, sono scomparse o in rovina, ma restano vive nelle mappe antiche e nella memoria dei luoghi. Alcune svettano ancora orgogliose sulle località turistiche, attendendo il restauro che ne preserverà la storia e il fascino. Buona parte delle marine salentine infatti prende il nome dalla propria torre la quale ne diventa il simbolo. Quella più vicina a Torre Pali verso sud è Torre Vado, una torre ristrutturata che domina il caratteristico porticciolo turistico della marina omonima. A nord di Torre Pali superata Lido Marini si trova Torre Mozza un tempo conosciuta come Torre Fiumicelli e che si trova in una delle Marine di Ugento.
Tutta la costa del Salento è punteggiata da queste suggestive presenze: percorrendo la litoranea ne incontrerete tante e di forme diverse, a base cilindrica, a base quadrata, alcune diroccate, altre integre ed imponenti da sembrare inespugnabili!
Invitiamo chiunque visiti il Salento e in particolare Torre Pali, a intraprendere un viaggio alla scoperta di queste sentinelle del mare. Partecipate alle visite guidate e scegliete l’itinerario che più vi piace per scoprire il fascino intramontabile delle torri costiere del Salento, testimoni di tante storie avventurose.